Visita all’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti (ICTR) a Giubiasco

FullSizeRenderIl 20 novembre 2015 si è svolta la visita al Termovalorizzatore dei rifiuti di Giubiasco. La presenza di una trentina di soci e simpatizzanti che hanno aderito di buon grado a questa iniziativa di ATIAF, pur non trattandosi di un incontro prettamente legato all’arte casearia, dimostra l’interesse e la sensibilità al tema d’attualità della produzione, della gestione e dello smaltimento corretto dei rifiuti che tutti noi (nostro malgrado) produciamo.
Il gruppo ha seguito la competente relazione dell’Ing. Paolo Selldorf, caposettore comunicazione e sensibilizzazione dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti (ACR, www.aziendarifiuti.ch) il quale ha indicato come ridurre efficacemente la produzione di rifiuti instaurando delle semplici abitudini quotidiane, come ad es. riducendo l’uso di sacchetti di plastica utilizzando sempre la stessa borsa della spesa, la separazione di alluminio, vetro e PET, il riutilizzo di oggetti in buono stato, valorizzando materiali riciclandoli e separandoli correttamente (es. riconsegnando in negozio apparecchi elettrici, rifiuti speciali, medicinali scaduti da riportare in farmacia, ecc) per un corretto ed ecologico smaltimento.FullSizeRender2
Tutto il materiale non riciclabile proveniente dall’intero comprensorio del Canton Ticino, Campione d’Italia e Moesano viene smaltito, bruciandolo, nell’Impianto Cantonale di Termovalorizzazione dei Rifiuti di Giubiasco (ICTR). Viene spesso chiamato (a torto) ‘inceneritore’, ma l’impianto non fa solo questo. Un termovalorizzatore è un impianto di ultima generazione contenente tecnologia all’avanguardia per l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani (provenienti dalle economie domestiche) in grado di recuperare l’energia prodotta dalla combustione, per trasformarla in elettricità e calore (teleriscaldamento). Oltre ai rifiuti solidi urbani, all’impianto giungono anche gli ingombranti non riciclabili e combustibili, oltre ai residui di depurazione delle acque ed ai rifiuti speciali. L’ICTR è conforme alle prescrizioni della legislazione federale e cantonale in materia di protezione dell’ambiente. Grazie alle tecnologie utilizzate, con particolare riferimento al sistema di trattamento dei fumi a 4 stadi e alle sue prestazioni ambientali, l’ICTR può essere considerato uno degli impianti più moderni d’Europa. In funzione dal 2009, ogni giorno arrivano in media circa 500-900 tonnellate di rifiuti, pari a 140 kg/anno/abitante del Canton Ticino. È attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. In un anno 160mila tonnellate di spazzatura viene bruciata, valorizzata ed eliminata da 34 addetti ai lavori, 72 in tutta l’Azienda Cantonale dei Rifiuti. I camion vengono dapprima pesati, si avvicinano poi alla fossa dei rifiuti (capiente circa 9’000 m3), scaricano e vengono nuovamente pesati in uscita. Questo per determinare il peso netto dei rifiuti (per fatturazioni e statistiche). In fossa vengono miscelati, prelevati dal ragno (la benna a polipo), e trasferiti nel forno (camera di combustione) dove vengono immesse due correnti d’aria forzata per fornire la necessaria quantità di ossigeno per la combustione. Nessun altro additivo viene aggiunto per alimentare il fuoco. FullSizeRender_1Il processo di combustione genera due tipi di residui: le scorie (rifiuti solidi) e i residui gassosi chiamati fumi, ossia i gas di combustione miscelati a particelle solide in sospensione (ceneri volanti). L’incenerimento riduce il volume dei rifiuti del 90% ed il peso del 75-80%. In seguito il fumo viene trattato da diversi filtri (l’elettrofiltro: depolverizza i fumi ed estrae il 99.7% delle ceneri volanti, polveri e metalli pesanti, mediante l’attrazione elettrostatica; la torre di lavaggio: lava i fumi separando i gas acidi, i metalli pesanti, le polveri fini e la CO2; il catalizzatore: riduce gli ossidi di azoto (NOx) ed ossida le diossine ed i furani, grazie all’immissione di ammoniaca nei fumi gli NOx vengono trasformati in azoto e vapore acqueo; il filtro a manica: filtra ed assorbe ulteriormente i restanti metalli pesanti, diossine, furani e polveri fini ancora presenti nei fumi). Le sostanze inquinanti nei fumi depurati all’uscita dei camini ed emesse nell’atmosfera sono rilevati dalle apposite sonde, e risultano essere nettamente inferiori ai limiti di emissione fissati dalla legislazione federale (i dati sono costantemente aggiornati reperibili su www.oasi.ti.ch), ma non esistono impianti ‘ad emissione inquinante zero’, alcuni picchi di inquinanti non possono essere esclusi, soprattutto di ossidi di azoto e monossido di carbonio. Il trattamento dei fumi genera a sua volta residui che vengono trattati: le ceneri volanti vengono lavate con acque acide e trasferite in discarica con le scorie; le acque di scarico delle ceneri sono filtrate, neutralizzate e depurate nel fiume Ticino; dai fanghi idrossici vengono recuperati ulteriori metalli pesanti (zinco, piombo, ecc). Tutte le scorie accumulate nell’impianto (32 tonnellate l’anno) vengono poi trasferite nella discarica appositamente progettata di Lostallo (GR). Queste cifre impressionanti fanno riflettere su quanto il trattamento dei rifiuti sia importante e complesso, ma anche persistente: i rifiuti urbani smaltiti dal 2010 al 2014 non sono infatti diminuiti ma aumentati di 10mila tonnellate.
Le normative federali prevedono che il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti debba essere sfruttato. I gas di combustione dei rifiuti che circolano dal forno attraverso la caldaia raggiungono oltre i 1’000°C, vengono dapprima raffreddati in seguito all’operazione di recupero energetico: il vapore ad alta pressione proveniente dalla caldaia mette in rotazione una turbina, trasformando l’energia termica in energia meccanica; collegato alla turbina il generatore elettrico trasforma poi l’energia meccanica in energia elettrica. La termovalorizzazione dei rifiuti sostituisce la funzione delle vecchie discariche perché non v’è più spazio pubblico a sufficienza da adibire a questo scopo, quindi al fine di ridurne il volume, ma anche proprio per fornire energia elettrica (acqua calda, calore) per edifici, sufficiente per circa 22mila famiglie (98mila Megawattora) e termica tramite teleriscaldamento (oltre 19mila Megawattora) a tutta una serie di stabili industriali pubblici ed edifici privati residenziali e serre nei comuni di Bellinzona, Camorino, Sementina, Giubiasco, Sant’Antonino (ulteriori informazioni sono disponibili su www.aziendarifiuti.ch).
Inconfondibile dall’esterno, la corazza di prismi metallici su alcune delle pareti alte 36 metri serve ad abbellire e ridurre l’impatto fonico e visivo della struttura. Dal punto di vista architettonico i progettisti dello studio Vacchini (www.studiovacchini.ch) scrivono che si inserisce nel paesaggio, seguendo linee direttrici dei campi coltivati della pianura e delle strade esistenti.
Alla visita al Termovalorizzatore ha poi fatto seguito un’apprezzata cena presso il Ristorante delle Alpi a Cadenazzo, compresa di una degustazione di tre formaggi d’alpe ticinese DOP 2015.